La STORIA

L’Unione Sportiva Città di Palermo, chiamata per brevità Palermo, è un club calcistico italiano, fondato nel 1900 a Palermo. Rifondato dopo un primo fallimento nel 1940, ha la denominazione attuale dal 1987, anno della seconda rifondazione. Milita attualmente nel campionato di serie A. La prima squadra di calcio che rappresentò la città Siciliana di Palermo nacque nel 1898 costituita da una formazione mista anglo-italiana, il primo nome della società fu Anglo Panormitan Football Club, il primo presidente fu Joseph Whitaker (che allora era il console inglese a Palermo), allenatore era Blake, il campo da gioco lo Stadio Ranchibile.
Appena 2 anni dopo nel 1900[1] per volere di Majo Pagano, un giovane che aveva conosciuto il calcio in Inghilterra, nacque a Palermo un'altra squadra la quale avrà più fortuna e sarà riconosciuta come prima squadra, il nome era Palermo football and criket club.
Il Palermo football and cricket club disputò la sua prima partita il 30 dicembre 1900 contro una non identificata squadra amatoriale inglese perdendo 5-0. Inizialmente i colori della squadra erano il rosso e il blu, solo nel 1907 scelse i celebri colori sociali rosa e nero.[2] Sul passaggio a questi colori sono sorte diverse leggende: la più diffusa racconta che il rosso e il blu stinsero in rosa e nero a causa di un candeggio sbagliato, ma il fatto che analoghe storielle circolino sulle nascita delle maglie di altri club mina la credibilità di questa versione. Più realisticamente il rosa e il nero potrebbero rappresentare il rosolio e l' amaro prodotti dalla famiglia di Joseph Withaker, da bere rispettivamente dopo una vittoria e dopo una sconfitta. La prima partita ufficiale venne disputata il 18 aprile 1901 contro il Messina Football Club, la partita finì 3-2 per il Palermo[3]. Dal 1905 in poi le due squadre si affrontarono nella Whitaker Challenge Cup, il Palermo vinse questo torneo una volta.
Dal 1909 al 1915 il Palermo partecipò alla Lipton Challege Cup, una competizione annuale organizzata dal miliardario inglese Sir Thomas Lipton. In tutte le edizioni della Lipton Cup il Palermo affrontò in finale il Naples tranne in una in cui affrontò l'Internazionale NA; il Palermo vinse la competizione cinque volte.[4]
Nel 1920 la squadra con il nome di Unione Sportiva Palermo conquistò il primo titolo nella Coppa Federale Siciliana dove militavano anche le squadre di Catania e Messina. L'anno dopo partecipò per la prima volta al campionato di Prima Divisione (Serie A) e venne inserito nel campionato siciliano della lega sud. Lo vinse e si qualificò alla fase finale della lega Sud dove venne però eliminata al primo turno dall'Audace Taranto per 1-0. Nel 1924 vinse il campionato siciliano e si qualificò così alle semifinali interregionali della Lega Sud dove viene però eliminata. A seguito a una riforma dei campionati il Palermo venne ammesso nel 1926 in Prima Divisione (una sorta di Serie B), da dove però dovette ritirarsi a stagione iniziata per problemi finanziari.
Nel 1929 il Palermo venne ammesso in I Divisione, l'equivalente della Serie C di oggi, per l'occasione viene creato un nuovo scudetto in stile futusista.[5][6] Fu promosso in Serie B l'anno successivo. Nella stagione 1930-31 sfiorò la promozione in A terminando il campionato al terzo posto a soli tre punti dal Bari. Nella stagione successiva il Palermo ottenne la promozione in A grazie anche ai 27 goal segnati dal suo bomber Radice.[7]
Nello stesso anno venne inaugurato lo Stadio "La Favorita" di Palermo che allora si chiamava Stadio Littorale. La prima partita nel nuovo stadio venne disputata il 24 gennaio 1932 contro l'Atalanta; il Palermo vinse la partita per 5-1.[8] Nel 1934-35 la squadra giocò un buon campionato classificandosi settima. La stagione successiva tuttavia venne retrocessa in B.
In quegli anni in Serie B militavano tre squadre siciliane, il Palermo, il Messina e il Catania; fu in quei anni che il Palermo giocò i primi derby contro il Calcio Catania. La prima partita ufficiale tra le due squadre in Coppa Italia si giocò a Catania nel 1935-36 e finì 1-0 per la squadra di casa. Il primo derby in campionato si disputò il 1° novembre 1936 allo Stadio Littorio, finì 1-1 e fu vista da solo otto tifosi del Catania; il Palermo vinse poi la gara di ritorno per 1-0.[9]
Nel 1940 la squadra venne esclusa dal campionato per inadempienze finanziarie;[10] ricominciò dalla serie C in seguito alla fusione con la Juventina Palermo. Nel 1942 la squadra tornò in Serie B ma nella stagione successiva il presidente della società Beppe Agnello fu costretto a ritirare la squadra dal campionato in seguito all'invasione americana della Sicilia. Il 4 maggio 1970 Renzo Barbera divenne il nuovo presidente del club; viene considerato da molti il miglior presidente del Palermo di sempre. Dopo il 1973 il Palermo militò in Serie B per un lungo periodo di tempo. Nonostante giocasse in B in quel periodo il Palermo sfiorò la vittoria della Coppa Italia nel 1974 e nel 1979; nel 1974 venne battuta a Roma in finale dal Bologna ai calci di rigore dopo che i tempi regolamentari e supplementari si erano chiusi sul risultato di 1-1, con rete del pareggio bolognese ottenuta nei minuti di recupero su rigore concesso magnanimamente dall'arbitro Gonella; nel 1979 perse la finale a Napoli per 2-1, dopo i tempi supplementari, battuta dalla Juventus che era riuscita a pareggiare sul finale di partita il goal di Chimenti.
Il 7 marzo 1980 Barbera vendette il club al costruttore Gaspare Gambino, in seguito a una penalizzazione di cinque punti in seguito allo scandalo Totonero che coinvolse il centrocampista del Palermo Guido Magherini che venne squalificato per 3 anni e mezzo.[15] Nel 1984 il Palermo venne retrocesso in Serie C1 per la prima volta della sua storia ma ritornò in Serie B la stagione successiva. Il 23 febbraio 1985 il presidente Roberto Parisi venne ucciso in un agguato mafioso. Al termine della stagione 1985 – 86 il Palermo fu radiato dalla FIGC per un debito di poco inferiore ai 500 milioni di vecchie lire, che non fu pagato dopo le dimissioni in blocco della dirigenza seguite allo scandalo Calcioscommesse 2. Dopo la radiazione il club scomparve per un anno. Si tentò di sostituire con la Palermolympia la prima squadra cittadina ma il tentativo fallì e così rinacque il Palermo Calcio nel 1987 che per concessione della Federazione venne ammesso direttamente alla serie C2, invece di ripartire dalla Promozione come prevedevano le norme (l'Eccellenza non era stata ancora creata). Nel 1988 il Palermo tornò in C1. Nell'agosto 1990, sull'eco del recente mondiale, a Palermo giocò in amichevole la Juventus con nella sua rosa il siciliano Salvatore Schillaci con un incasso di oltre 900 milioni di lire. Il Palermo tornò in Serie B solo nel 1991 ma l'anno dopo tornò in C1. Il Palermo vinse il campionato di Serie C1 nel 1993: in quella stagione in Serie C1 militavano numerose altre squadre siciliane come il Messina, il Catania, il Giarre, il Siracusa e l'Acireale, con l'Acireale che venne promosso in Serie B insieme al Palermo. I rosanero restarono in Serie B per quattro stagioni e nel 1994 ottenero una prestigiosa vittoria in trasferta per 1-0 contro il AC Milan nel secondo turno di Coppa Italia.
In quegli anni a causa delle ristrettezze finanziarie della società la squadra era composta da moltissimi ex primavera che riuscirono una stagione (1995/1996) a sfiorare la promozione in serie A. Tra i giovanissimi che militavano in quel Palermo ricordiamo: Gaetano Vasari e Giacomo Tedesco che da lì a poco passarono alla serie maggiore. A guidare questo gruppo era presente un capitano di lunga esperienza, Roberto Biffi.[16]
Nella stagione successiva il Palermo venne retrocesso in Serie C1.
Nel 1997 il Palermo giocò uno dei suoi peggiori campionati, retrocedendo in Serie C2 dopo un drammatica e scioccante sconfitta nei play-out contro la Battipagliese (0-1 in trasferta, 0-0 in casa); tuttavia il Palermo venne ripescato in C1, in seguito all'esclusione, per problemi finanziari, dell'Ischia Isolaverde, un'altra squadra di Serie C1. E in pratica, senza che nessuno lo sapesse ancora, questo fu l'inizio della riscossa verso i massimi livelli del calcio italiano. [17]
Il presidente della AS Roma Franco Sensi comprò il club nel 2000 e nella stagione 2000-01, dopo una fuga solitaria che stava però per terminare prima del traguardo (con il cambio di allenatore a due giornate dalla fine, da Sonzogni a Sella), il Palermo vinse la Serie C1/B e venne promossa in Serie B. Nell'estate 2002, dopo aver raggiunto una tranquilla salvezza in Serie B, Sensi vendette il Palermo a Maurizio Zamparini per 15 milioni di euro.[18] L'ex proprietario del Venezia comprò numerosi giocatori inclusi alcuni che avevano giocato nel suo vecchio club (il Venezia) come Mario Alberto Santana, Kewullay Conteh, Stefano Morrone e Arturo Di Napoli.
La stagione 2002/03 fu la prima dell'era Zamparini: il club fu inizialmente allenato da Ezio Glerean che venne però esonerato in seguito alla sconfitta per 4-2 contro l'Empoli]],[19] e sostituito da Daniele Arrigoni che venne a sua volta esonerato. Fu chiamato ad allenare la squadra Nedo Sonetti che però non riuscì a centrare la promozione in A perdendo all'ultima giornata per 3-0 in trasferta lo scontro diretto contro il Lecce. Il Palermo terminò il campionato al quinto posto e Sonetti fu sostituito dall'ex allenatore dell'Empoli Silvio Baldini per la stagione 2003-04.
Zamparini era ambizioso e rinforzò la squadra comprando buoni giocatori come Luca Toni, Lamberto Zauli ed Eugenio Corini e le giovani promesse Simone Pepe, Andrea Gasbarroni e Christian Terlizzi. Tuttavia Baldini fu esonerato nel gennaio 2004, dopo una inaspettata sconfitta casalinga contro la Salernitana. Il Palermo, allora terzo in campionato e rinforzato dagli acquisti di Fabio Grosso, Antonio, Emanuele Filippini e Jeda, sostituì Baldini con Francesco Guidolin.[20] I rosanero terminarono la stagione al primo posto venendo promossi in Serie A dopo 31 anni. Grandi protagonisti furono tra tutti Luca Toni (capocannoniere del torneo con 30 reti) ed Eugenio Corini, in una squadra forte che annoverava anche alcuni palermitani, tra cui il "picciotto" Gaetano Vasari e Pietro Accardi. Vasari, all'ultima giornata di campionato, si rese protagonista dell'ultima rete del Palermo in serie cadetta; nonostante il goal fosse ininfluente per il risultato, l'intero stadio esultò e il giocatore si commosse poiché quel gol realizzò la promessa che lo stesso fece al papà prima di morire.